
L’ultima strategia di rebranding adottata dalla squadra calcistica Fc Internazionale rappresenta una svolta epocale che ha sollevato un grande buzz. Ma la reale spiegazione di questa scelta aziendale non è davvero quella riassunta da diverse testate giornalistiche sportive, con titoli orientati al clickbait e articoli al limite delle fake news?
In questo articolo definitivo, vogliamo spiegare i veri motivi che hanno spinto l’Inter a adottare un cambio di brand e logo.
Argomenti del post:
- Rebranding: è tutta una questione di…marketing?
- Quanto può incidere la strategia di rebranding sulla brand loyalty dell’Inter?
- Quali sono le prospettive nel management della Serie A?
Rebranding: è tutta una questione di…marketing?
Nel corso della mattinata del 18 Gennaio, dopo la rivelazione della Gazzetta, l’Inter intanto a nome dell’Amministratore Delegato Finanziario Alessandro Antonello ha precisato all’Ansa quanto segue:
“L’Inter non cambierà nome.
Il club sta lavorando da oltre un anno a un progetto di marketing, basato sui valori storici dell’Inter, che ha l’obiettivo di avvicinare e coinvolgere i suoi milioni di tifosi e rafforzare ulteriormente il legame con la città di Milano“.
Dal prossimo 9 marzo, giorno del 113° compleanno, l’Fc Internazionale avrà sempre la stessa ragione sociale ma lancerà il nuovo brand minimal Inter Milano mentre il logo, non ancora svelato ufficialmente, diventerà appunto “I” ed “M“.
La I e la M, come “io sono” (I’m) in inglese e come Inter Milano, rappresenta proprio il nome con cui i nerazzurri sono comunemente chiamati fuori dall’Italia.
La ragione che spiega la campagna di lancio del nuovo logo è abbastanza semplice: nessuno ha mai chiamato l’Inter con il nome ufficiale!
Sui giornali, nei bar, nelle telecronache e sul web tutti la chiamano semplicemente Inter e nessuno usa mai il nome completo F.C. Internazionale. Nella secolare storia della società questo, non era stato un problema. Il fatto che il soprannome sia più conosciuto del nome ufficiale inizia a rappresentare un problema per la visibilità online.

Infatti, nei gruppi e nelle pagine sui social, ma anche negli articoli dei quotidiani sul web, la denominazione FC Internazionale non è citata o taggata da nessuno. Questo, per le regole degli algoritmi di ricerca limita la visibilità dei siti e dei profili ufficiali denominati FC Internazionale.
Sapendo di non poter imporre a tutti di iniziare a usare la denominazione ufficiale, l’Inter ha deciso di adeguarsi. Non si tratta quindi di una modifica vera e propria, perché l’Inter cambia nome solo nella propria comunicazione, per ragioni di marketing.
Negli ultimi anni è possibile notare l’abilità dell’Inter nella comunicazione -in particolare sui social- diretta a portare la squadra ad essere un Club globale, riconosciuto in tutto il pianeta.
Quanto può incidere la strategia di rebranding sulla brand loyalty dell’Inter?
La strategia di rebranding è diretta a rafforzare il legame con la città, dato che Milano ha un forte appeal all’estero e un’immagine molto forte.
Il vantaggio di una società sportiva rispetto a una normale Azienda in queste occasioni è la forte brand loyalty su cui può contare.
Cambiamenti di questo tipo sono sempre successi nel marketing e hanno spesso messo in difficoltà le Aziende. Infatti, l’adozione di strategie di rebranding in passato, si è rivelata particolarmente distruttiva in business operanti al di fuori del settore sportivo e di successo in aziende calcistiche.
Il caso più eclatante fu quello di Coca Cola negli anni ’80, quando cercò di lanciare la New Coke, scatenando una bufera che li portò ad abbandonare il prodotto in appena 3 mesi.
Per quanto riguarda il logo, nella storia del calcio è successo un’infinità di volte, Torino e Genoa hanno cambiato il proprio innumerevoli volte. L’ultima a farlo è stata la Juventus, che ha cambiato il logo in modo da renderlo più moderno.
L’Inter può contare su una fedeltà alla marca incondizionata, nessun vero tifoso smette di tifare la sua squadra per nessuna ragione al Mondo.

Il piano di crescita ideato dall’azionista di maggioranza del club calcistico milanese Suning Holdings Group Co. Ltd., è orientato a rendere il nome Inter un marchio globalmente riconosciuto. Proprio in quest’ottica è stato studiato il cambio di brand e logo.
Quali sono le prospettive nel management della Serie A?
Ciò a cui stiamo assistendo è un cambio epocale nella Serie A, un passaggio da una gestione familiare delle Società verso una conduzione improntata al business.
Ci sta che qualcuno abbia nostalgia del Moratti “ultrà” e mecenate, che gestiva l’Inter come una famiglia, della maglia a strisce nerazzurre e dell’inno Pazza Inter.
È una fase che a molti non piace e li capisco, ma il calcio è diventato un business da miliardi di euro e le squadre devono cambiare la propria impostazione.
Questo è il modello di business verso il quale è diretta la Serie A e anche l’Inter, cambia veste –brand e logo– per ragioni di marketing.
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